Bulli e bulloni

articolo sul bullismo adulto
Una dietro l’altra, prive di rallentamenti, le notizie riguardanti la violenza e la non legalità nelle adiacenze di una scuola, ci martellano le tempie, come a non voler consentire alcuna tregua a chi pensa e sostiene erroneamente, che in fin dei conti sono soltanto ragazzate, episodi spiacevoli che a quell’età sono sempre accaduti.
Eventualmente ci fossero morti e feriti, sarebbero da ricondurre a una sorta di ammenda da incasellare bellamente nella colonna delle perdite accettabili.
Arrestato a sedici anni per spaccio di sostanze a scuola.
Sospesi a quattordici anni per avere commesso un furto in segreteria.
Denunciati per atti di vandalismo.
Deferiti all’autorità giudiziaria per comportamenti bullistici intenzionali e reiterati.
Non contento di questo andazzo maleodorante, il pianeta genitoriale non perde occasione per confermarsi corresponsabile di un vero  e proprio tradimento culturale, fin’anche affettivo.
No, non si tratta di trasgressione adolescenziale, non concerne unicamente i più giovani, infatti gli adulti rimangono impigliati in questa caduta di valori e mancanza di rispetto per se stessi e gli altri.
Genitori invitati a scuola per essere informati delle “solite smargiassate  adolescenziali”, reagiscono violentemente, erigendosi a veri e propri principi del foro, difesa a oltranza dei propri pargoli, fino a esigere il riconoscimento di una innocenza supposta, o in subordine, l’ammissione di un eccesso di zelo da parte dell’Istituzione scolastica.
Non venendo presi in considerazione, e ci mancherebbe altro, la risposta più immediata sta nello spintone, nella parola ottusa e conclusa, appunto nel mancato rispetto per la persona, del riconoscimento del suo ruolo e autorevolezza.
Dimenticando che nel non considerare il rispetto dei ruoli, rischiamo di perdere contatto con il valore stesso della vita umana.
Dunque è questo il messaggio trasmesso ai più giovani, ai nostri figli, a quanti ancora non sanno che i dazi si pagano sempre prima o poi. Perché? Perché c’è differenza, e che differenza, tra chi è autorevole per capacità, e chi è violento per incapacità.
Mentre a causa delle solite “ragazzate” i giovanissimi persistono a inciampare, una parte considerevole di adulti, s’inventa il secondo mestiere di bodyguard.
A questo punto, forse, è il caso davvero di mettersi a mezzo, di traverso, in testa a una vera e propria battaglia di civiltà.
Quando dentro una classe, una scuola, uno spazio deputato all’educazione, l’avere una competenza, un sapere, una conoscenza, sbalorditivamente, è richiesto di non fare nulla, ciò indica un grave peccato di omissione, se non una grave responsabilità personale.
E’ importante la parola, il suo contenuto, lo scrivere e il dibattere, senza incorrere in reticenze più o meno calcolate, è necessario fare i conti con la realtà che abbiamo in-consapevolmente costruito a misura, arresi alla conclusione deresponsabilizzante che ciò è sempre accaduto, accade oggi, accadrà pure domani.
Eppure farci i conti, significa, che insieme, nessuno escluso, dobbiamo migliorarci, migliorando il nostro quartiere, la nostra città,  la collettività intera.

Commenti

Post popolari in questo blog

Abbiamo perduto tutti

Legalizziamo la nostra ipocrisia

La clinica della vergogna - di Vincenzo Andraous