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Visualizzazione dei post da dicembre, 2015

Buon anno deprivato delle solite promesse mai mantenute

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Quando di mezzo c’è una collettività confusa e in costante default, non è salutare costringere i valori di riferimento a rincorrersi, alzare la voce per richiamare attenzione sensibile, accettando in silenzio che vengano spogliati della loro presenza costante, unico baluardo per non permettere facile accesso a quegli “oggetti letterari “ cui fare stare dentro tutto e il contrario di tutto, compresa la capacità di addossare virtù improponibili al disvalore di turno. Etica e moralità sono attributi indispensabili per un futuro che ancora non c’è, forse occorre smetterla di parlarne domani, di sperare domani, forse è arrivato il momento di abbandonare il gioco mediatico dei rimandi. E’ ora di agire per il bene che è etico e morale, non perché c’è un uso largamente improprio di superlativi e sostantivi, ma perché il bene quello vero di ogni persona, è l’unica dimensione autenticamente umana. Buon anno a ognuno e ciascuno.

Avvento mai banale come il male

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Natale è Natale, ci risiamo, le parole cadono una dietro l’altra, fanno incetta di stupefazione, di sguardi estasiati. Le parole arrampicano, s’alzano al cielo, l’illusione di un attimo, ridiscendono come rese. Le parole fanno corollario, circondario, confine, frontiera, stanno al palo, attendono il segnale. Il tempo rifugio comodo e convenzionale, scarta di lato, rimanendo mai fermo al centro della strada. Il tempo è compagno leale della parola, della sostanza, della realtà di ogni giorno, il tempo accompagna, insegna, educa, soprattutto, non bara né trucca la consegna di ritorno che avverrà. Ogni anno è Natale, ogni dicembre è Natale, ogni bimbo che nasce è Natale, ogni povero e ogni ultimo è orma di Natale, perfino il ricco e il potente è traccia di Natale. La coscienza sbaragliata dagli eventi, incapace di reagire, subisce gli impatti, le scosse, i tradimenti, eppure a fare la differenza non c’è la festa, nè il cibo donato a piene mani, neppure le prevaricazioni, i soprusi

La guerra degli innocenti

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Potenti di ogni colore e nazione, diagnosticano terapie politiche e sociali per ristabilire diritti e democrazie in paesi dilaniati dalla ferocia della povertà, dall’ingiustizia oramai globalizzata, che non sottrae alcuna religione dal taglione del mors tua-vita mea. Guerre e stragi, uomini in armi e bambini depredati di ogni sorriso, terre divise e derubate dei propri confini, inni alla pace gridati a tempo di musica, richieste di giustizia licenziate con qualche parola travestita di compassione. Africa in fiamme e Medioriente tra le macerie, terroristi e carnefici miserabili all’opera in Europa, persone innocenti in marcia per la pace, altrettante in guerra per difenderla, altre circondate e maltrattate dagli aguzzini di nero travestiti per distribuire “equamente” il residuo di giustizia. Specialisti in relazioni spediti qui e là, equazioni e sottrazioni della comunicazione a supporto delle percentuali e delle statistiche, tutte ben contenute nella negazione del dato esponenziale,