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Visualizzazione dei post da gennaio, 2012

Un intruso gioca con la tua vita - di Vincenzo Andraous

Articolo sul gioco d'azzardo Il gioco d’azzardo, la nuova droga, non fa notizia, allarme sociale, perché dalla notte dei tempi legato al piacere ludico dell’uomo. La scommessa allo stremo delle proprie possibilità, finchè la vita diventa una schedina sgualcita, un gratta e vinci lucente, una slot machine incandescente, il vizio non è più un optional, così bere, fumare, giocare, non sono più svaghi temporanei: la botta di adrenalina mette in ginocchio la paura,  la follia di una sera diviene il comportamento da vestire, muta in abito mentale che non schioda più dal corpo, dalla mente, dal cuore. E’ già malattia. Un amico mi ha chiamato per parlarmi di suo figlio, a suo dire rispettoso nel mantenere relazioni sociali soddisfacenti: ma a strattonare la sequela di belle parole, le buone intenzioni, la presenza rigorosa del bene che lega un padre al proprio figliolo, c’è qualcosa che non è sopportabile. La scoperta di un intruso che non bussa alla porta, né chiede educatamente di p

Nella giornata della memoria “giusto fra i giusti” - di Vincenzo Andraous

Qualche tempo fa, quando ancora era in vita, ho accompagnato Padre Pier Sandro Vanzan, grande amico della Comunità Casa del Giovane, giornalista e scrittore della Civiltà Cattolica, e relatore del Convegno in memoria di Giovanni Palatucci, nell’aula magna della Questura di Pavia. Ha iniziato il suo intervento definendo Palatucci eroe umile, servo di Dio come la sua fede, un grande poliziotto non per stazza fisica, ma per quell’amore autorevole che ha saputo incarnare e profondere, uno di quei personaggi che sanno smuovere le coscienze, esempio di grande impatto umano, che non è possibile fare a meno di ammirare e sperare di emulare anche solo di rimbalzo. Un funzionario dello Stato che non si è celato dietro le leggi, le sanzioni, quelle leggi antisemite che in tanti fecero rispettare, ma che egli invece sfidò, le mise di lato clamorosamente, rischiando in prima persona, aiutando gli indifesi, quegli ebrei ridotti a cose, non più parte di alcuna umanità, neppure quella più derelitta e

Il carcere delle parole e delle assenze - di Vincenzo Andraous

Nuova edilizia penitenziaria, otto per mille per ristrutturare gli istituti di pena, porte girevoli da arginare, condanne residue da scontare agli arresti domiciliari-penitenziari, nessun indulto né amnistia per tentare di consolidare un senso di giustizia equa a una disumana ingiustizia. Rimangono ancora tanti problemi e non di poco conto sul carcere italiano, i troppi extracomunitari da riconsegnare ai propri paesi, la miriade di tossicodipendenti abbandonati dentro le celle in attesa della prossima tirata, del prossimo buco, l’esercito di persone miserevoli con le tasche vuote, tanti rumori nella testa, la sofferenza nel cuore da curare, da accompagnare fuori da un carcere che non si piega a nessuna  utilità, scopo e prevenzione sociale. Questo carcere costringe a torsioni  innaturali quanto il reato commesso, su questa linea di confine che sembra non appartenere ad alcuno, è fin troppo facile affermare con una verità comprata al supermercato delle parole che in galera non ci fini

L’angolo della paura - di Vincenzo Andraous

Articolo sulla violenza e sull'architettura della sopravvivenza La ragazzina torna a casa a passi veloci dal centro città sfavillante alla periferia meno illuminata, meno controllata, meno interessata a tutelare lo scambio delle merci e delle persone. Dal marciapiede alla strada da attraversare, dal vicolo stretto allo sterrato per arrivare alla propria abitazione, tutt’intorno negozi chiusi, porte sbarrate, luci inchiodate allo spegnimento,  solo un ristorante aperto lasciato alle spalle. Pochi metri ancora, il cassonetto è sempre lì al suo posto, bisogna passargli dietro, improvvisamente una sagoma più nera della tenebra, stagliarsi minacciosa, sbarrare il passo, obbligare all’arresto, con la paura a mordere le viscere, afferrarti il cuore. La giravolta, la fuga a perdifiato, cercando disperatamente un appiglio, una mano amica a trascinarti via dal baratro, è buio, la carreggiata deserta, ma inaspettatamente il miracolo in quel ristoratore ancora aperto, spalancata la porta,