Elena Madama: forza davvero!

Stavo riflettendo tra me e me sulla tragicità di certi accadimenti, nella mente scolpita l’immagine di questa giovane donna, nel cuore una speranza immensa e una preghiera: forza Elena, forza davvero.
Poi le parole diventano ferro bruciato, acciaio contorto, sono parole che hanno il sapore del sangue innocente mischiato al combustibile dell’ira che sale.
Le parole si piegano agli spazi, alle virgole, ai punti in sospensione, non concedono pausa, solamente lo sconcerto della disperazione.
La disperazione di chi è disperato al fondo, di chi non ha più speranza.
Le parole ancora bussano sull’uscio, fanno pressione, spingono in avanti, incrinano la voce, fanno male al cuore, parole che urlano e gridano, graffiano e lacerano, sono parole che accatastano le emozioni, le fanno rimbalzare, disperdere, finché non rimane più niente.
Parole, che ritornano, sottovoce, in punta di piedi, sono parole di una preghiera per lo più sconosciuta, ma ben allacciata in vita a chi cammina in ginocchio, parole che urtano e scostano l’indifferenza dall’abitudine al male, parole che fanno bene alle coscienze,  parole che rimettono i piedi ben piantati alla terra, parole che  si fanno avanti e non lasciano scampo alle giustificazioni.
Mi sono chiesto non di che colore è quel male che tanto dolore ha recato, non di che dialetto è quel silenzio di spalle alla propria dignità umiliata, non di che angolo di umanità derelitta e sconfitta proviene tanta dimenticanza del giusto.
Mi sono chiesto come è possibile agire in questa maniera indicibile per la sua viltà.
Parole che non vengono, che non vanno, parole che rimangono a metà della strada, della Croce e della sua compassione, parole, ancora parole, poi è un pianto a dirotto.
Giustizia, legalità, umanità, ancora parole, questa volta non più banalità, ritornelli di un canzone vecchia come il mondo, almeno questa volta, Dio, questa volta, siano parole profetiche di un inno al rispetto e alla pratica delle leggi, come ha detto più volte qualcuno: “un'esigenza fondamentale della vita sociale per promuovere il pieno sviluppo della persona umana e la costruzione del bene comune”.
Elena e una città sgomenta, Elena e il desiderio di ognuno e ciascuno di fare finalmente qualcosa, soprattutto di esserti vicino, rimarcando ancora una volta, che accadimenti tragici come quello occorso a te, non solo non debbono verificarsi, ma debbono indurci, tutti, nessuno escluso, a comprendere il valore della legalità,  che significa responsabilità.
Un grande Vescovo e grande amico, don Tonino Bello, ci ha lasciato detto: «Sono convinto che il senso della morte, come quello della vita, dell'amicizia, della giustizia, e quello supremo di Dio, non si trovi in fondo ai nostri ragionamenti, ma sempre in fondo al nostro impegno».
Questa città, Elena, sarà un po’ migliore anche grazie a te.
Forza Elena, forza davvero, noi siamo al tuo fianco.

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