Caro Presidente - articolo sul carcere che uccide e non serve
Leggo di tante menti alte che offrono il fianco a ogni causa nobile e giusta, quando c’è di mezzo il carcere, penso che occorra avere rispetto per le vittime del reato, ma anche per il cittadino detenuto. Indipendentemente dalle strumentalizzazioni, dalle speculazioni, dalle pance bene pizzicate, questa marmellata di parole e pronunciamenti, non è di oggi, né di ieri, ma dell’altro ieri. Allora perché un Governo dovrebbe accettare un’eredità imposta e non condivisa? Perché dovrebbe sopportare un nodo storico che non le appartiene, legando a propria volta una zavorra che la sua antitesi politica non ha voluto impegnarsi a sciogliere. Di certo si potrà obiettare che impedimenti di ordine tecnico e giuridico hanno fatto si che tale argomento restasse a mezz’aria. Sta di fatto che ora il fardello è rimpallato a destra, a sinistra, di volta in volta rinculando senza alcun gioco di sponda. Ecco perchè Le scrivo caro Presidente, vorrei dirLe che davvero gli uomini cambiano, perché