Il coraggio della paura
Ogni tanto qualcuno dei ragazzi che incontro mi dice: Vince, quando il gioco si fa duro cosa fanno i duri? Rispondo sempre la stessa cosa: quelli che pensano di essere dei duri si sgretolano, si feriscono, muoiono. L’ho sempre detto con consapevolezza, per esperienza diretta, soprattutto ai più giovani, quelli che pensano di esorcizzare le proprie fragilità sfidando irresponsabilmente la morte, la morte passa sempre all’incasso. Ho sentito del ragazzino che ha scelto di sfidare la sorte, di frantumare la paura del vicolo cieco, rimanendo stritolato sulle rotaie da un treno in corsa. Ho ascoltato tante versioni, ma quando penso a quell’adolescente fatto a pezzi per gioco e per follia circondato dagli sguardi affascinati e urlanti da bar sport, da stadio per incitare il proprio beniamino di turno, mi viene in mente quel nobile russo dell’era zarista a nome Oblomov, costui era una brava persona, non fece mai male ad alcuno, tanto meno lo si sentì mai lamentarsi. Semplicemente, non fac